Ingredienti:

gr.350 farina 0
gr. 150 farina grano duro tipo maiorca o senatore cappelli
n. 6 uova intere
gr. 100 olio evo
gr.10 sale
gr. 20 zucchero semolato
ml 30 di grappa o alcool puro
1 cucchiaino di bicarbonato
gr. 8 di ammoniaca x dolci
Glassa
n. 2 albumi
gr. 250 zucchero a velo
n. 3-4 gocce di limone
a piacere codette colorate

 

Preparazione

Versate nella coppa dell’impastatrice le uova sgusciate, la grappa o l’alcool, il sale, lo zucchero, lavorate con le fruste fino ad ottenere un impasto liscio e gonfio. Aggiungere poi a filo l’olio evo e continuare a lavorare l’impasto. Montate il gancio all’impastatrice e versate in un’unica volta tutta la farina nella ciotola, aggiungete l’ammoniaca stemperata in poco latte tiepido, lavorate fino a quando non si formerà un impasto liscio ed omogeneo, che trasferirete su di un piano unto di olio, lavorate ancora per un po’ l’impasto a mano per almeno 5-10 minuti.
Staccare dei piccoli pezzi di impasto e creare dei cilindretti lunghi 10/12  cm. e di diametro di 2/3 cm. chiudete a cerchio formando il tarallo.
Mettete sul fuoco una pentola capiente con dell’acqua che  riempirete per metà, portate a bollore, abbassate la fiamma e3 immergete  2-3 taralli per volta nell’acqua bollente, una volta a galla con una schiumarola toglieteli dall’acqua e posarli su di un canovaccio ad asciugare per una notte.
Incidete  con un coltellino ben affilato lateralmente ogni tarallo per tutta la sua circonferenza, accendere il forno preriscaldato  a 210°C, adagiate sulla  placca ricoperta da un foglio di carta forno i taralli distanziati fra loro.
Cuocere per circa 15 minuti a 210°C poi abbassare la temperatura a 170°C e continuare per altri 20-25 minuti. I taralli saranno pronti quando risulteranno ben dorati.
Preparate la glassa lavorando con un frullino elettrico gli albumi con lo zucchero a velo e quando sarà ben gonfio e della densità desiderata, aggiungete le gocce di limone. Glassare la superficie dei taralli freddi e rifinire con codette colorate a piacere, lasciarli asciugare all’aria per alcune ore, un volta i taralli si lasciavano bianchi.

 

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